Pochi giorni fa la Settimana Europea della Mobilità ha riacceso i riflettori sulla necessità di cambiare le nostre abitudini e di riflettere sui consumi energetici, in particolare, sui consumi derivanti dalla mobilità urbana che hanno sempre maggiori costi per la collettività non solo in termini ambientali ed economici ma anche sotto tanti altri aspetti sociali.
Un approccio concreto al problema della mobilità è offerto dal mobility management, ossia l’insieme delle iniziative che ciascun Ente, pubblico o privato, realizza per gestire la mobilità dei propri lavoratori, con particolare attenzione agli spostamenti quotidiani casa-lavoro-casa.
La figura che si occupa di questo è il mobility manager, che ha il compito di promuovere forme di mobilità sostenibile da un punto di vista ambientale, economico e sociale, per ottenere un cambiamento degli atteggiamenti e delle abitudini degli utenti.
Cosa prevede la Legge
A partire dal “Decreto Rilancio”, diventato poi legge, sono state previste misure per incentivare la mobilità sostenibile e obbligare le imprese e le PA, con più di 100 dipendenti e ubicate in Comuni con più di 50 mila abitanti o in Città Metropolitane, ad adottare – entro il 31 dicembre di ogni anno – un piano di riduzione del traffico veicolare dei dipendenti causato dell’utilizzo del mezzo privato motorizzato.
Per farlo le imprese devono nominare un mobility manager che ha la funzione di analizzare l’azienda e il contesto in cui è ubicata per poi proporre e gestire soluzioni di mobilità sostenibile, attraverso la redazione annuale del piano spostamenti casa-lavoro (PSCL).
L’obiettivo della norma è il decongestionamento del traffico veicolare delle città ma i benefici nella pratica sono anche altri: dalla riduzione delle emissioni inquinanti, alla migliore gestione del suolo pubblico, dalla riduzione dei costi per stakeholders ed enti pubblici fino al miglioramento della qualità della vita dei dipendenti delle aziende che si avvalgono di un mobility manager e di tutti i cittadini di quell’area.
La rete BCC per la mobilità sostenibile
A partire da questi aggiornamenti normativi il Consorzio BCC Energia ha sviluppato un servizio pluriennale dedicato per tutte le Consorziate e le Aziende Cliente che devono adempiere all’obbligo di legge o che vogliono aderire volontariamente all’iniziativa.
Un servizio del quale si sono già avvalse alcune realtà del Credito Cooperativo, come per esempio la BCC ravennate forlivese e imolese e BCC Sinergia spa.
Una ulteriore opportunità nel percorso verso la decarbonizzazione che il sistema del Credito Cooperativo ha già scelto di percorrere, attraverso la creazione di una rete cooperativa per la mobilità green, è l’installazione anche di infrastrutture di ricarica (IDR) dei veicoli elettrici, installate su tutto il territorio nazionale.
La presenza fisica della colonnina di ricarica presso una BCC esprime la scelta di dotare sé stessa, i soci, i clienti, i dipendenti e i cittadini del territorio, degli strumenti per facilitare la transizione verso un mondo più sostenibile.
Un ritorno “di energia positiva”, come solo il “dare l’esempio” partendo da sé stessi può fare.